Leggende e fiabe by Hermann Hesse

Leggende e fiabe by Hermann Hesse

autore:Hermann Hesse
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: Anthologies (multiple authors), Fiction
ISBN: 9788852028694
editore: Mondadori
pubblicato: 1988-04-14T22:00:00+00:00


Il bel sogno

Quando lo studente liceale Martin Haberland morì di polmonite all’età di diciassette anni, non c’è stato chi non abbia parlato di lui e dei suoi molti talenti con dispiacere, ritenendolo infelicissimo per essere defunto prima di aver potuto, da quelle capacità, ricavare successi, frutti, denaro sonante. Vero è che la morte di quel bel ragazzo tanto dotato ha molto colpito anche me, ed è stato con una certa pena che mi sono detto: si vede che al mondo di talento deve essercene moltissimo, se la natura può farne un simile spreco! Alla natura però è del tutto indifferente ciò che noi ne pensiamo e, per quanto riguarda il talento, è davvero disponibile in tale quantità, che i nostri artisti tra poco avranno solo colleghi e non più pubblico.

D’altro canto, non posso dispiacermi della morte del giovane Martin come se essa fosse stata per lui di grave danno, nel senso che l’avrebbe crudelmente derubato di quanto di meglio e di più bello gli poteva ancora toccare in sorte. Nel caso di chi sia giunto, felice e sano, all’età di diciassette anni, e abbia avuto dei buoni genitori, si può senz’altro affermare che, in moltissimi casi, si è ormai lasciato alle spalle la parte più bella della vita, e se la sua esistenza termina così precocemente, senza essersi trasformata, data l’assenza di grandi dolori, di tristi esperienze e di smisurate ambizioni, in un brano sinfonico beethoveniano, può comunque essere paragonata a una piccola composizione da camera di Haydn, cosa che non è lecito dire di quella di molti.

Nel caso di Haberland, lo posso invece affermare con assoluta sicurezza. A quel giovane è toccato senza dubbio quanto di meglio gli potesse essere dato in sorte; anzi è lecito dire che ha composto un paio di frasi musicali così ultraterrene, che la sua morte era addirittura necessaria, perché continuare a vivere non avrebbe comportato ormai altro che disarmonie. Che lo studente Haberland la sua felicità l’abbia vissuta soltanto in sogno, non costituisce affatto una detrazione, dal momento che gran parte di noi i nostri sogni li viviamo con assai maggiore intensità della nostra esistenza da svegli.

Ecco il sogno fatto dal liceale Haberland il secondo giorno della malattia, tre prima della morte, quando aveva già la febbre alta.

Suo padre gli metteva una mano sulla spalla e gli diceva: «Mi rendo perfettamente conto che qui tra noi tu non hai più molto da imparare. Devi diventare un uomo grande e buono e avere un destino particolare, cosa impossibile qui, nel nido. Attento, però: devi per prima cosa scalare il monte della conoscenza, e poi compiere azioni, e quindi trovare l’amore ed essere felice».

Mentre il padre pronunciava queste ultimi parole, la barba gli si allungava e gli occhi gli si ingrandivano, tanto che per un istante parve un vecchio re. Poi diede al figlio un bacio sulla fronte e lo invitò ad andarsene, e il figlio scese un’ampia, bella scala come se uscisse da un palazzo e giunto sulla strada, mentre s’avviava fuori dalla cittadina,



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